Attività di sorveglianza delle infrastrutture italiane: un'occasione mancata?

 

Il giorno 8 Maggio 2020 sono state pubblicate sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti le nuove linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza ed il monitoraggio dei ponti esistenti, approvate definitivamente dall’Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nella seduta del 17 aprile 2020, in attuazione dell’art.14 del Decreto Legge 28 settembre 2018, n. 109, convertito con modificazioni dalla Legge 16 novembre 2018, n. 130, ossia dal meglio noto Decreto Genova.

Il documento, che riguarda al momento i soli ponti stradali, è frutto dell’apposita Commissione istituita dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nel 2019, in risposta alla presa d’atto dello stato di degrado in cui versano numerosi ponti e viadotti sul territorio nazionale, testimoniato dai problemi anche drammaticamente emersi negli ultimi anni su diverse opere, nonché della mancanza di un sistema di gestione del rischio delle infrastrutture uniforme sull’intero territorio nazionale.

Le Linee Guida presentano un approccio organico e articolato che prevede valutazioni speditive, sviluppate su 6 livelli, da applicarsi localmente ai ponti esistenti (nei livelli più bassi dell’approccio) e valutazioni più accurate e di dettaglio (nei livelli più alti) da applicarsi ad un numero limitato di opere, selezionate attraverso un sistema di classificazione basato sulla stima della classe di attenzione rispetto a: pericolosità, vulnerabilità ed esposizione.

La logica che sottende all’intervento si propone di far sì che la gestione della sicurezza passi attraverso sorveglianza, controllo, ispezione e monitoraggio, ed è un approccio che non può che cogliersi con positività in quanto, almeno formalmente, viene finalmente rilanciato all’attenzione il tema dei controlli, troppo spesso sbandierato nei giorni immediatamente successivi al manifestarsi degli eclatanti (e purtroppo a volte tragici) eventi di degrado delle nostre infrastrutture e poi gradualmente dimenticato se non addirittura ciecamente avversato.

Creata la regola e fissato l’obiettivo, viene subito all’occhio come il passo mancante riguardi l’individuazione dei soggetti preposti a tali controlli, che il Decreto Genova si era invero anche preoccupato di definire e che però parrebbe finisca per essere, quantomeno allo stato, l’ennesima occasione mancata.

Andiamo per ordine.

Con i due decreti MIT pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n. 100 del 16 aprile 2020 si è data effettiva vita, mediante la definizione delle modalità di esercizio, all’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie e delle Infrastrutture Stradali e Autostradali - ANSFISA, istituita ai sensi della medesima legge che ha portato alla creazione delle Linee Guida e che si proponeva di attribuire a tale organismo la funzione della loro applicazione.

L’ANSFISA avrebbe infatti dovuto, quantomeno nelle originarie intenzioni, riattribuire allo Stato un ruolo primario e di maggiore efficacia nella vigilanza della corretta manutenzione e dunque sulla sicurezza delle infrastrutture italiane affidate in concessione. Di fatto l’Agenzia avrebbe dovuto verificare direttamente la corretta organizzazione dei processi di manutenzione da parte dei gestori stradali e autostradali, e soprattutto fare attività ispettiva e di verifica a campione sulle infrastrutture, obbligando i gestori a mettere in atto le necessarie misure di controllo del rischio. Si profilava dunque l’occasione, ovviamente tutta da definire nei contenuti e da regolamentare nella sua attuazione sul campo, di raccogliere e mettere a frutto l’esperienza genovese in tema di controllo, e dunque attivare Organismi di Tipo A accreditati ACCREDIA ai sensi della norma UNI CEI EN ISO 17020 (Requisiti per il funzionamento di vari tipi di organismi che eseguono ispezione), unici soggetti, peraltro previsti e riconosciuti anche dal Codice degli Appalti, con caratteristiche di indipendenza e imparzialità e le competenze necessarie per un tale compito.

Con un emendamento a firma di Laura Mantovani (M5S), approvato in Commissione Affari Costituzionali del Senato lo scorso 5 Novembre 2019, il DL 109/2018 è stato però oggetto di modifica sotto il profilo della rideterminazione dei compiti dell’ANSFISA, che da organismo delegato a “garantire la sicurezza” è divenuto organismo delegato alla “vigilanza sulle condizioni di sicurezza” delle infrastrutture.

Il cambio di mansione è significativo e di impatto, in quanto tale Agenzia non è oggi più tenuta a garantire la verifica della sicurezza delle infrastrutture ma solo a promuovere azioni con tale obiettivo e si è vista dunque sottrarre gran parte delle attività operative rispetto ai processi di manutenzione.

L’attività di controllo è stata dunque nuovamente riconsegnata nelle mani dei gestori delle infrastrutture stradali e autostradali, che a ben vedere si sono anche attivati nel senso prospettato, ma parrebbero purtroppo orientati, almeno ad oggi, verso soluzioni ispettive non pienamente allineate al vigente sistema dei controlli pubblici, che rimette agli Organismi accreditati ACCREDIA ai sensi della citata norma UNI CEI EN ISO 17020 le attività di ispezione nell’ingegneria delle costruzioni.

Ed infatti le prime gare per le attività di sorveglianza delle opere d’arte della rete autostradale risultano purtroppo indiscriminatamente rivolte alle società di ingegneria, senza particolare attenzione ai requisiti di indipendenza e terzietà effettivamente garantibili, ad oggi, solo dagli Organismi di Ispezione di Tipo A, funzionalmente deputati al ruolo ispettivo e tenuti a rinunciare ad una serie di attività di ingegneria che potrebbero astrattamente compromettere tale indipendenza.

 

Ciò che si auspica dunque è che i gestori autostradali, anche in una prospettiva di sempre maggior trasparenza operativa, rivedano l’attuale impostazione e raccolgano l’opportunità offerta dal sistema nazionale delle ispezioni di attivare per le attività di sorveglianza quegli Organismi che secondo l’attuale quadro normativo meglio interpretano questo ruolo.

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